Alluminio, ovvero la lattina di … Leonardo
22 Apr 2015
Produzione, proprietà, applicazioni , riciclo, tutti aspetti di un percorso alla scoperta di questo materiale versatile e innovativo, leggero ma pesante dal punto di vista economico, tecnologico e perfino estetico.Inizio modulFine modulo Così è nata la nuova area Alluminio del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Un’esposizione permanente, progettata e realizzata con il CiAl – Consorzio Imballaggi Alluminio, inaugurata il 5 marzo 2015.
“L’alluminio, con tutte le sue leghe, occupa un ruolo di rilievo al Museo non solo perché in poco più di un secolo è passato dall’essere un materiale prezioso e di nicchia ad essere un materiale indispensabile nelle più svariate applicazioni – dall’energia ai trasporti, dalle comunicazioni all’alimentazione -, ma anche perché la collezione Metalli accoglie alcuni degli oggetti più importanti e interessanti del patrimonio del Museo” ha rilevato Fiorenzo Galli, Direttore generale del museo, lieto di inaugurare questa nuova area permanente che racconta una storia molto italiana, fatta di innovazioni e innovatori, industria e design, energia e materiali, risparmio e riciclo. Tante aziende che hanno collaborato a questo progetto permettendo di aggiungere alle collezioni oggetti, sia storici che attuali, unici e curiosi per i nostri visitatori di tutte le età.
“L’alluminio è un materiale pieno di vita” ha dichiarato nella stessa occasione Gino Schiona, Direttore generale di CiAl – Consorzio Imballaggi Alluminio “è un materiale permanente, un materiale che non si consuma, che si usa e si riusa, senza fine, conservando, in tutte le sue numerose applicazioni, l’energia necessaria per futuri e nuovi impieghi. Una delle sue principali caratteristiche è, infatti, l’infinita riciclabilità. Un insieme di valori che rendono evidente e intrinseco per l’alluminio il concetto di economia verde e di salvaguardia delle risorse, in linea con i principi dello sviluppo sostenibile e dell’impiego efficiente delle risorse. In quest’ottica il CiAl, Consorzio nazionale per la raccolta differenziata, il riciclo e il recupero degli imballaggi in alluminio, promuove e sostiene da anni iniziative tese a favorire la diffusione di una cultura sempre più ampia della sostenibilità ambientale verso tutti i pubblici di riferimento e, in particolare, verso i più giovani. In questo senso la nuo va area offre una visione d’insieme di tutta la filiera industriale dell’alluminio, dei suoi settori e delle sue infinite applicazioni, evidenziandone le performance tecniche e ambientali che caratterizzano i prodotti realizzati con questo materiale per l’intero ciclo di vita e che lo rendono uno dei più coerenti e affini ai principi e ai valori della green economy.
Grazie anche al contributo di Centroal, Centro Italiano Alluminio è stato realizzato un percorso di conoscenza del metallo leggero assolutamente inedito. L’interattività e l’impiego delle più avanzate tecnologie permettono ai visitatori di compiere un’esperienza coinvolgente che coniuga aspetti cognitivi ed emotivi per illustrare l’evoluzione storica e tecnologica dell’alluminio e della sua industria: l’intero ciclo di vita del metallo è raccontato affiancando all’utilizzo di strumenti multimediali la presenza di materiale iconografico e oggetti concreti in alluminio, storici e di stretta attualità per mettere in luce le infinite applicazioni del metallo. L’allestimento infatti permette ai visitatori di vedere e toccare l’alluminio nei suoi diversi aspetti, lavorazioni e finiture, apprezzandone la bellezza e la duttilità.
anche attraverso imponenti oggetti storici, alcuni dei quali restaurati per l’occasione.
Il processo Properzi
Sotto questo profilo è da ora in poi in mostra la macchina per la colata continua e laminazione diretta – Processo Properzi. Inventata da Ilario Properzi e da lui brevettata nel 1948 è oggi esposta dopo un lungo lavoro di restauro.
La macchina era utilizzata per la colata continua di piombo fuso al fine di trasformarlo in barre. Il metallo allo stato liquido entra direttamente nella vaschetta della macchina per la colata continua. Da qui, tramite un canale a becco, entra nella cavità formata dalla barra scanalata (in movimento) e dal nastro. Mentre scorre nella cavità, il metallo viene raffreddato dal sistema a getto d’acqua e solidifica sotto forma di barra. A questo punto, il metallo è pronto per entrare nella seconda parte del “Sistema CCR”, il laminatoio in linea.
Prima dell’invenzione di Ilario Properzi, produrre fili di metallo era un lavoro lungo, duro e costoso. Bisognava innanzitutto trasformare il metallo fuso in barre e billette e, in un secondo tempo, laminarle a caldo per ottenere vergella e filo. Tutto per ottenere circa 100 kg di materiale al giorno, e non sempre della lunghezza necessaria. Spesso la testa e la coda del filo dovevano essere tagliate, ripulite e saldate, alle volte utilizzando leghe preziose per la saldatura (come nel caso dei fili di rame per la telefonia che venivano saldati con leghe di argento). Il “Sistema CCR”, capace di produrre vergella dal metallo fuso in pochi minuti, viene brevettato da Ilario Properzi nel 1948, dopo due anni di lavoro al progetto. Properzi lavora direttamente sul modello oggi custodito presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Negli anni ’50 Properzi estende la sua produzione all’alluminio (punto di fusione 660 °C) e inizia a lavorare con il rame (punto di fusione 1083 °C). Il mercato inizia a chiamare “Properzi rod” la vergella di alluminio in matasse di grande lunghezza. Gli anni ’60 vedono le macchine di Properzi diventare più grandi, complicate e sofisticate. Finalmente arriva anche il riconoscimento mondiale, con la nascita del Modello 7. Dopo innumerevoli tentativi di convincere l’industria del rame ad accettare ed utilizzare la sua macchina, Properzi riesce a venderla a due compagnie, una russa ed una americana. Le macchine hanno ancora bisogno di essere perfezionate, ma appare subito chiaro che i vantaggi del nuovo processo sono innumerevoli. Dal punto di vista meccanico e costruttivo, Properzi fa il passo decisivo nel 1966, con la nascita del Modello 8. Questo sistema convince la grande manifattura Nord Americana, dimostrando che il “Sistema CCR” è più che in grado di sopperire alla richiesta della grande produzione. Nei primi anni ’70, macchine capaci di produrre 100.000 tonnellate di filo di rame all’anno vengono vendute in Svezia, Italia e Grecia e nel 1973 Ilario Properzi viene insignito dalla International Association of Wire del premio Mordica Memorial per “il suo contributo all’industria del cavo, attraverso la ricerca, lo sviluppo, l’innovazione e altri contributi tecnici”.
Nel 2003, caso unico, anche il figlio Giulio Properzi viene insignito dello stesso titolo, a trenta anni esatti dal padre. Attualmente la Continuus Properzi è leader mondiale del settore ed è annoverata tra le micro-multinazionali Made in Italy.